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I'm experiencing my first time alone and abroad, being an au-pair in Finland. I write about my finnish life, cultural differences and sometimes about my idea of style.

lunedì 29 aprile 2013

Differenza culturale n°1

PAESAGGI


Vi faccio presente che sono arrivata a metà gennaio, uno dei mesi più depressivi per i popoli scandinavi: giornate corte, freddo micidiale, neve alta un metro, ghiaccio, e tutti i giorni sembrano volgere all'apocalisse.

Bene, invece di esserne spaventata, io mi sentivo realizzata, perché finalmente potevo provarlo sulla mia pelle: luce del giorno (quando non nevica) dalle 9 del mattino alle 2 e mezza del pomeriggio, -30 gradi, e tutto perennemente bianco.

Effettivamente, il problema luce è grave: ci si sente perennemente affaticati/rincoglioniti, e l'idea di suicidarsi non è poi così male quando non vedi della luce naturale per diversi giorni... Ma è abbastanza frequente avere delle lampade a raggi UV in casa, che simuli la luce del sole. Quest'ultima è importante perché regola le fasi della giornata di un essere umano, pertanto, per prendere il ritmo di mattina è importante vedere la luce solare. La lampada infatti viene accesa solo al mattino e poi se ne cala l'intensità dopo mezzogiorno.


Ero abituata, in Italia, ad andare a fumare un sigaretta della buona notte con mio fratello.
Il terzo giorno dal mio arrivo ho provato a portare la mia abitudine anche in Finlandia, e ammetto che mi è balenata in testa l'idea di smettere di fumare (tutta salute): a -28°C il respiro ti si mozza, e ogni volta che aspiri ti senti mancare un pezzo di polmone; se fai l'errore, come me, di sederti per gustartela meglio, stai pur certo quando ti alzerai rischierai di svenire, per non parlare degli svarioni che ti vengono una volta entrati al calduccio.
No, con -30° non è difficile sopravvivere. Ovviamente non ci darei una festa, ma non è impossibile -se si è ben coperti-, e comunque ciò che ne risente di più è comunque il respiro.


Non si sopravvive col vento forte, con quello rischi di star male.
E tutti mi dicevano "Ma va là, che il vento lì sarà secco, diverso da come lo abbiamo noi!". 
Se in Italia il vento freddo e umido ti entra nelle ossa, in Nord Europa il vento freddo secco ti paralizza. 

Per non parlare di quando la luce bianca del sole, nelle rare giornate serene, si riflette sulla neve: assolutamente il paradiso per i foto-fobici!


A cinque giorni dal mio arrivo, nonostante tutto, ho visto uno degli spettacoli più belli della natura nordica: l'Aurora Boreale.
Avevo fatto una doccia, ed ero uscita coi capelli bagnati a fumare, e fuori c'eran -20°C (idiota, eh?!).
Il mio sguardo mi porta a Nord, sempre speranzosa di riuscire a vedere un'Aurora Boreale, ed inaspettatamente vedo del "movimento" nel cielo sereno e stellato.
Eccolo, un serpentello verde che si agita nella notte.
E mentre mi perdo a vedere il suo show, non mi accorgo che i miei capelli si sono ghiacciati.





domenica 28 aprile 2013

Un'avventura già alla partenza

La mia famiglia ospitante abita nella zona della Finlandia chiamata Ostrobotnia.
È la regione che sta appena sotto la Lapponia, e come capoluogo ha Oulu, una cittadina che conta poco meno di 150 mila abitanti. E pensare che viene persino considerata grossa come città, oltre che importante per industrie ed università.

La famiglia presso la quale vivo dista un centinaio di chilometri da Oulu, abitando in aperta campagna finnica!



Credevo che, venendo da un paesino, sarebbe stato facile abituarmi alla solitudine qua, ma se all'inizio poteva sembrare rilassante, ora diventa talvolta snervante tutta questa pace.

Il giorno in cui sono partita, lo ricorderò per sempre.
Non sapevo se ero emozionata o triste all'idea di andar via e non vedere i miei genitori e il mio ragazzo, così son rimasta in un limbo di confusione che mi ha tenuto compagnia per un sacco di settimane anche dopo il mio arrivo.
Son partita il 15 di gennaio, era un martedì mattina, e avrei fatto il primo scalo a Copenaghen... Ma il volo è stato posticipato di un'ora e mezza, facendomi perdere il volo successivo dalla capitale danese a quella finlandese.
Ma, non si sa come, son riuscita ad arrivare a Helsinki in tempo per prendere il volo per Oulu!



Arrivo a Oulu e la mia madre ospitante mi aspettava pronta per portarmi in quella che per un anno sarà la mia casa! 
Lei parla benissimo inglese, dato che ha vissuto due anni in Canada per uno scambio studentesco, e io ho fatto fatica a capirla per tutto il primo mese.

Dopo un'ora e poco più di strada buia con immensi pini innevati ai lati, siamo arrivate a casa: una ex scuola elementare! Il marito è venuto ad aprirci e mi ha subito abbracciata!
Mi son sentita parte della famiglia


Eng: Actually I'm living in the finnish region called "Ostrobothnia", in the middle Finland.
When I left Italy I didn't know how to feel: excited because of the beginning of a new adventure, or sad because I'll miss my family.
Anyway the first flight from Milano Malpensa to Copenhagen was one hour and half on delay, and I lost the second flight, from Copenhagen to Helsinki! What the hell!
But everything went better when I arrived in Finland, and I had the time to take the flight from Helsinki to Oulu.
At the airport there was my host mother, who was waiting for me, and one hour later I was arrived in my new home, in the middle of the countryside!
The road was really dark, and on the border there were just trees with a lot of snow! 
Yes, the nature here is really different, but amazing!!

Traslata di 3600 chilometri a Nord

            

Dopo mesi di NULLA, ho deciso di riprendere a scrivere.

Ebbene sì, la mia vita ha preso una via decisamente differente, e ora mi trovo spostata -per mia volontà, ovviamente- di quasi quattromila chilometri a Nord, in Finlandia.
Mi son decisa a riprendere in mano il mio blog, un po' per tenere la mente occupata, un po' per divertimento, ma specialmente per condividere la mia esperienza.

Dopo anni passati ad essere disoccupata, o a fare lavori per i quali non ero tagliata, ho deciso di ascoltare a fondo cosa avevo da dirmi: io volevo scoprire come si vive nel Nord Europa, e provare a vivere da sola.

In un paese come l'Italia, in cui le opportunità son poche e puoi aver fortuna in campo lavorativo e realizzarti solo se hai delle pedate nel sedere, io ho trovato una via di fuga!

La scorsa estate, dopo esser stata licenziata -per mancanza di esperienza- da un lavoro che consideravo praticamente PERFETTO (apprendista sarta in un laboratorio di abiti nuziali), ho ripreso ad andare ad aiutare il centro estivo del mio paesello, facendo l'animatrice.
Ecco, io non pensavo -e nemmeno ora lo credo- di esser tagliata per stare coi bambini, perché mi sento sempre messa a disagio data la loro tagliente sincerità, e io temo i giudizi altrui in maniera esponenziale -sìsì, sono proprio una persona che si abbatte facilmente-; inaspettatamente son stata ben voluta, e mi han pure definita una buona animatrice... In realtà l'aggettivo "buona" deriva dal fatto che non mi piaccia sgridare i bambini o vederli piangere, e per forza di cose finivo col far fare loro la maggior parte delle cose che volevano (cosa sbagliata).

Da dopo il centro estivo mi era balenata in testa l'idea di riprendere a studiare in Accademia di belle arti, e diventare una insegnante d'arte, dato che erano abbastanza richiesti i miei disegni e che comunque tutti i compiti di arte erano controllati da me.



Le mie scarse possibilità finanziarie non me lo hanno permesso, così ho vegetato da metà agosto a fine novembre, poltrendo sul divano della sala in casa dei miei, guardando Realtime e ammazzando il tempo mandando curriculum, senza risultati.

E più tempo passavo a casa ad annoiarmi, a deprimermi e a mettermi qualsiasi genere di ansia, più capivo che non volevo essere su quel divano, ma altrove, a provare qualcosa che fosse diverso dalle mie abitudini.

Ho iniziato a cercare su internet una via di fuga, e la risposta è arrivata così ovvia: Aupair!

Perché diamine non ci avevo pensato prima? Essere una ragazza alla pari è il metodo più semplice per levare le tende! 
Mi son iscritta a due siti differenti, emozionatissima. Poi ho iniziato a temere che non avrei ricevuto alcuna risposta, e che avrei fallito. 
Ma le proposte hanno iniziato a fioccare, e da subito ho iniziato ad essere in contatto con una famiglia finlandese, quella presso la quale sto vivendo ora!

Tempo un mese e mezzo e io mi son ritrovata immersa in una vita diversa, dissimile dalla mia, e lontana migliaia di chilometri dalle mie abitudini.



Ho intenzione di scrivere delle cose differenti, che mi hanno lasciata stupita, delle difficoltà che ho dovuto superare, dei momenti felici e anche di quelli tristi, perché i cambiamenti, anche se tanto desiderati, non sono sempre facili.
E ovviamente mi farebbe piacere sapere se avete delle curiosità! 
CHIEDETE E AVRETE UNA RISPOSTA!


ENG: Last november I decided to stop laying on my sofa and to start a new adventure: I moved to Finland to be an Aupair!
I said "BYE BYE Italy and TERVETULOA Suomi!".
My life was quite boring before, without a work, and routine was killing me. 
My decision was strong, because I really love my family, but I really need to improve myself in something new, and I'm in love with Scandinavia!
Even I'm talking in english all days since I'm here, my skills are not so good, and I ask you sorry for my bad english! ahahah!



lunedì 17 settembre 2012

Mal di Mare... Baltico // TALLINN




Tornata a casa dalla mia vacanza, tempo pochi giorni e mi son ritrovata a corto di soldi, perciò mi son catapultata a fare la barista ai piedi delle Valle d'Aosta, impedendomi di scrivere un post sulla mia vacanza.



Nell'ultimo post, ho scritto che non avrei saputo cosa mettere in valigia, e il consiglio più grande è stato quello di portarmi dell'Autan, contro le zanzare!
Ryanair me lo avrebbe fatto buttare, penso. E non mi è servito, per fortuna.

Comunque son stata troppo ottimista, e tante magliette o canottiere non le ho potute mettere: il picco massimo l'abbiamo raggiunto a Helsinki, in uno dei suoi RARI giorni di sole (nonostante il meteo ci avesse segnalato temporale), con 25 gradi. 

Il minimo a Tallinn, con 7-8 gradi, la mattina del ritorno.

Quindi: felpa, blazer e jeans sono stati utilissimi! Ho comprato anche un maglioncino (ciò che ho preso lo posterò in seguito!) da Lindex, questa catena in franchising low cost, tipo H&M, che in Italia non abbiamo.

Ad ogni modo: entrambe le città fantastiche. 
Diverse, anche se a dividerle c'è solo -si fa per dire- il mare (con una traversata di due ore).


Tallinn è magnifica: appena approdati in terra estone, abbiam subito notato una città con una periferia in cui il tempo sembra essersi fermato.
Case in legno, alcune con le finestre sprangate e il tetto crollato, altre, sempre in legno, ma colorato, quasi per dargli un'aria più "dignitosa".
Quelle zone un pò trascurate, un pò "da ghetto", in realtà erano poesia, ed essenza di un paese che, pur non essendo sempre stato ricco, è diventato ancora più povero per ottenere l'indipendenza dall'URRS, tra gli anni '80 e '90 del secolo scorso.

Aneddoto superficiale: l'arrivo in aeroporto ha portato me e Gege direttamente a guardare il prezzo delle sigarette (come facciamo sempre andando all'estero), il quale pacchetto da venti costa solo 2 euro e cinquanta (Marlboro a 3 euro).
Ci guardiamo, scoppiamo a ridere e ci abbracciamo, il tutto davanti alla commessa, che ci sorride e chiede quanti pacchetti ne vogliamo.
Io fumo tabacco da un anno proprio per risparmiare soldi e anche un pò di salute (sono molto spesso pigra, e non ho molta voglia di far su, quindi fumo molto meno), ma in Estonia ho fatto un minimo di scorta.


Prezzo delle stecche di sigarette.

Appena si arriva in centro si nota la modernità dei palazzi, dei nuovi centri commerciali, perfettamente in stile europeo contemporaneo.
E poi il centro storico, medievale, dal tipico stampo nordico.
Il porto collega facilmente la capitale dell'Estonia a città scandinave come Helsinki e Stoccolma, ma anche San Pietroburgo. 



I prezzi per un turista squattrinato come me, sono supermegaultra-accessibili: colazione composta da ciambella+succo per UN EURO.
Super-pranzo in ristorante con cucina tipica estone, centro città antica, a base di tagliere con formaggi locali e confettura di mirtilli (tipico al nord), senape piccantissima e salsa tipo ketchup (con tanto di assaggio iniziale a base di pane con pezzetti di salmone affumicato e burro), e mega vassoio -per due- con salsicce tipiche, crauti e cipolle (di tipica influenza tedesca), più una mezza naturale e una media rossa, alla modica cifra di meno di venti euro a testa.
Cena ad un sushi bar, per meno di dieci euro. Anche fare compere al supermarket è economico. I reparti più forniti rimangono quelli degli alcolici, a prezzi stracciati (i racconti sui rapporti dei nordeuropei con l'alcool ve li risparmio... Vi dico solo che fanno colazione con la birra, e a merenda bevono vodkalemon in lattina).

E poi io viaggio perché mi piace scoprire come vivono all'estero, e immedesimarmi.
Pertanto cerco di osservare come si vestono, come portano i capelli e quale trucco usano, la musica che ascoltano e altre stronzate simili.

Noto che la stragrande maggioranza delle ragazze estoni ha fisici perfetti, visi bellissimi e un gusto per quanto riguarda la moda che è rimasto un pò indietro negli anni.
Non essendo ricchi, immagino non diano troppo peso alla moda, ma in alcuni casi ho notato che l'attuale tendenza di vestire con gli shorts, collant bucherellati apposta e Creepers, si è impossessata anche dell'Estonia.

Centro di Tallinn
 








Tagliere di formaggi 
Vassoio di salsicce tipiche (quelle nere mi inquietavano!)



Le case del "ghetto" di cui mi sono innamorata



E io che credevo di vedere tutte ragazze vestite come Kerti P., una delle mie blogger preferite, cittadina di Tartu, seconda città più importante e densamente popolata dell'Estonia.

La sera del 25 agosto Lady Gaga avrebbe suonato in un parco di Tallinn, e il prezzo del biglietto era 50 euro, cosa che in Italia sarebbe stata impossibile. Detto ciò, non avrei avuto la minima intenzione di spenderli per sentirla, però ho riflettuto a lungo, dicendomi "Chissà quanta gente ci sarà andata, per così poco??".

Beh, data la comodità di poter raggiungere Helsinki, s'era deciso di prendere il traghetto. Il prezzo del biglietto variava a seconda dell'orario di partenza.
La partenza l'avevamo fissata per le 7 del mattino di domenica 26 agosto, di modo che avremmo speso solo 20 euro per andare (e 30 per tornare).
Il problema era il check-in: da fare 20 minuti prima dell'apertura del gate.
Insomma, per arrivare al Terminal D e riuscire a prendere il traghetto, avremmo dovuto svegliarci alle 4,30 per esser pronti alle 5,30.
Questi calcoli sull'orario son stati fatti all'1,30 del mattino del 26, e calcolando la distanza dall'ostello al Terminal D, non ce l'avremmo mai fatta ad arrivare. 
L'unica soluzione era prenotare un taxi.
Gege non aveva mai chiamato un taxi nemmeno in Italia, e s'è ritrovato all'una di notte a chiamarlo in Estonia e a prenotarlo in inglese, sperando di essersi espresso in modo adeguato, altrimenti avremmo fallito.

Dopo pochissime ore di sonno ci siamo svegliati e preparati per salire sul taxi, che è arrivato puntualissimo davanti davanti all'ostello, pronto a caricarci alla volta del porto.
Così abbiamo avuto modo di fare un po' di conversazione, per saperne di più.
Abbiamo scoperto che Tallinn è tutt'ora una città piuttosto povera; persino il concerto di Lady Gaga per 50 euro era una spesa inaccessibile per la classe media, e che l'estone medio non si può permettere la traversata verso Helsinki, se non dopo mesi di risparmio.
Quella mattina c'era la nebbia sulla strada, e ci ha detto che lì non è un fenomeno frequente. Abbiam risposto che da dove veniamo noi, tutto l'autunno e l'inverno è nebbioso, ed è causa di tanti incidenti.
In meno di dieci minuti eravamo arrivati al porto, abbiam pagato e ringraziato di cuore il simpatico taxista, che ci ha chiesto appena dieci euro per la corsa di dieci chilometri.

E così prendiamo i biglietti, nell'attesa avvistiamo due poltrone vibro-massaggianti e ci catapultiamo su di esse.
Poi saliamo sulla Tallink Superstar, il traghetto che in due ore ci porterà a Helsinki, e finalmente ci rilassiamo, facendo colazione seduti al tavolino che da sulla prua della nave.
Gege si offre di andare a prendere la colazione, e torna al tavolo leggermente stordito dalla colazione tipo di alcuni passeggeri: birra + birra + birra, alle sette del mattino.


Poi un giro al supermarket, dove la sua metà è occupata totalmente da alcolici e superalcolici, e i cartelloni pubblicitari hanno tutti la scritta: COMPRA 5 CASSE DI BIRRA (24 birre per cassa) PER 20 EURO! 
E la maggior parte dei passeggeri era lì SOLO per fare spese in grande, sia di alcolici che di sigarette.
La mia intuizione è stata che: essendo la Finlandia un paese molto caro, i suoi abitanti preferiscono fare colletta e pagare il traghetto ad un tizio designato, arrivare in Estonia dove tutto costa meno, e fare scorte in grande di bere e sigarette.




Uggiosa Tallinn


Due pennuti a confronto









Alla partenza, allontanandoci dal porto di Tallinn, vediamo la città avvolta nell nebbia, un po' uggiosa, e arriviamo a largo, dove il sole risplende e scalda, alla volta della Finlandia.

Oltre al vetro della Tallink Superstar, Helsinki.


sabato 18 agosto 2012

Sul Mar Baltico // Cosa mettere in valigia?



Nei post precedenti ho già specificato quanto mi piaccia viaggiare.
Purtroppo però, per motivi di lavoro e di mancanza di fondi, son stata costretta a stare in Italia, bloccata nella solita routine noiosa.

Beh, ora che un lavoro non ce l'ho più (non voglio fare la vittimina, ma sono tristemente sfortunata in campo lavorativo), diciamo che posso permettermi un viaggetto low cost, di cinque giorni.

Quando m'è stato chiesto (e ultimamente è la domanda più gettonata) -Dove vai di bello in vacanza?-, ed io ho risposto entusiasta: -A Tallinn!-, la maggior parte mi ha detto : -E dov'è?!-, oppure -Tu hai sempre delle mete strane. Vacanze normali, no, eh?-.

No, a me non piacciono le vacanze di relax nei villaggi, tantomeno la movida notturna.
Diciamocelo: Marsa Alam ha scartavetrato gli attributi, Mykonos è OLD, Ibiza è per gente che non soffre di misantropia, e la riviera romagnola costa troppo per ciò che è in realtà.

A me il mare piace (specialmente quando piove), però sono E S I G E N T E  . 
Ho passato tre settimane l'anno, per otto anni della mia vita, in Sardegna, a La Maddalena. Sono legatissima ai ricordi che ho di quegli anni, e non mi piace pensare di poter tradire le mie spiagge di Caprera, con altre sparse per il mondo. Pertanto, almeno per il momento, non penso di voler fare una vacanza normale.

Così parto per Tallin. 
E' la capitale dell'Estonia, e il prezzo per questo viaggio è davvero basso (come tutto ciò che mi posso permettere).
Partiremo, da Bergamo -URGHHH!- venerdì 24, prima di pranzo, e arriveremo a Tallin nel primo pomeriggio.

Le previsioni danno, per tutti e cinque i giorni, un tempo incerto, e anche svariati acquazzoni, proprio in data 26 agosto, giorno in cui ci sposteremo, in traghetto, a Helsinki. 
Le temperature saranno intorno ai 12/15 gradi.

Volando con Ryanair, so bene che non potrò portare oltre 10,9 kg di bagaglio a mano.
Quindi mi sorge il dubbio: COSA METTERE IN VALIGIA?

Abbigliamento semplice: 

  1. Felpa oversize
  2. Jeans comodi
  3. Leggings
  4. T-shirt bianca
  5. T-shirt nera
  6. T-shirt con stampa
  7. Camicia di jeans
  8. Maglioncino #1
  9. Maglioncino #2
  10. Converse All Star
  11. Scarpa col tacco
  12. Minigonna nera
  13. Trousse trucchi (che consiste in: un fondotinta, un blush, un mascara, un eyeliner, un piega-ciglia) + shampoo e bagnoschiuma, medicine generiche.
  14. Asciugamano da viaggio
  15. Piastra
  16. Accessori vari
  17. Clutch
  18. Borsa capiente
  19. Occhiali da sole
Vorrei portare altre cose, ma so che la mia mania di spendere mi porterà ad accumulare altro peso nel trolley, quindi, per evitare i casini successi a Stoccolma due anni fa, penso che partirò leggera.

Ah! Dimenticavo:

  20. Laptop, fotocamera e iPod.

                                    

Comunque qualsiasi consiglio sul "Cosa mettere in valigia", sarà ben accetto!

Foto prese da Google immagini e Flickr

venerdì 17 agosto 2012

Studded Slip-on.

Torno a scrivere dopo mesi d'assenza!
Per scusarmi della mia negligenza vi regalo un post dedicato alle scarpe borchiate.
Sì, perché qualsiasi fescion blogger ora ce le sta propinando, e anch'io ci son rimasta sotto!
Più di una volta ho ribadito il fatto che non ho soldi da spendere in scarpe da cento euro, quindi, anche stavolta, ho optato per una soluzione molto più economica.

Al posto dei soliti mocassini o pantofoline borchiate, ho scelto delle Slip-on.
Le ho trovate al supermercato (che pezzente, ditemelo!) a 8 euro e le ho comprate un pò per caso, senza realmente sapere se le avrei indossate o meno. 

Alla fine mi sono munita di un punzello (che avevo in casa; grazie mamma che sei una maga del DoItYourself), delle mie scarpe e delle borchie (io porto il 36 come misura di scarpe, e ne ho ordinate 200, su questo sito). 

Questi sono i passaggi documentati, uno per uno.
La qualità fotografica purtroppo è bassa!







Ah! Il risultato è sorprendentemente fantastico, però vi consiglio di non indossarle MAI per andare ad un concerto o nei locali dove si finisce col pogare: io c'ho quasi rimesso l'alluce!