Informazioni personali

La mia foto
I'm experiencing my first time alone and abroad, being an au-pair in Finland. I write about my finnish life, cultural differences and sometimes about my idea of style.

sabato 31 dicembre 2011

L'unico proposito

Come ogni anno ci fissiamo a voler fare dei buoni propositi.
A me, che del Capodanno importa poco, che ogni anno è uguale ad un altro, ho sempre e solo in mente un desiderio: che le bellissime parole di Imagine di John Lennon, si avverassero.
Tutti gli anni è il mio proposito, e lo è per tutto l'anno.


Buon proseguimento!

mercoledì 28 dicembre 2011

Fissazione floreale


Ho aspettato giusto che il tabaccaio finisse le ferie, per fiondarmi da lui a ricaricare la PostePay (con un pò dei soldi ricevuti a Natale), e comprarmi finalmente la gonna con stampa floreale che desidero da marzo 2010, ovvero quando Juliett K. di LookBook ha postato questo look.
Aggressivo ma con una punta di romanticismo. 
C'è da dire che io, il suo fisico e il suo viso me li posso solo sognare, ma mi sentirei a mio agio ad indossare questo outfit.


Sta di fatto che quando ho cercato la gonna di Forever21 che avevo postato nella Wishlist di qualche giorno fa, ci son rimasta malissimo: NON CE N'ERANO PIU'. O almeno, non del colore che avrei desiderato.

Ho fatto una rapida ricerca, perché su Asos ne avevo vista una ancora più bella, ma un pochino più cara... Ed era rimasta solo la taglia L. 

Così, girovagando un pò su Polyvore ho trovato la stessa che vendevano su Asos, ad un prezzo simile, e me la sono comprata, dato che avevano la mia taglia!


DAY // Come Indossarla
Maglioncino morbido, un foulard nei colori del senape che riprenda in parte i colori dei fiori, come anche la cuffia, orecchini a bottone e collana con pendenti simil-oro, bangles neri e oro, Docs bassi e bordeaux, borsa nera (rigorosamente) in poliuretano.
Sotto la gonna collant neri velati e, possibilmente, over knee grigi.
Floral Skirt - Day




Cheap Monday charcoal shirt
€18 - weekday.com

Floral skirt
€24 - welikefashion.com

Red Herring black handbag
£20 - debenhams.com

Jane Norman black jewelry
€17 - janenorman.co.uk

TopShop ribbed beanie
$28 - topshop.com

TopShop jersey scarve
$32 - topshop.com

Vintage 1461 shoes red - DR MARTENS - Casual - Lace-ups - Shoes &...
selfridges.com




NIGHT // Come Indossarla
Tank top morbido, sopra una giacca di finta pelle (anche se quella da esempio purtroppo lo è) con spillette, sotto la gonna collant velati neri, clutch bordeaux, collane ampie, bangles e bracciali con piccoli charms, sciarpa ad anello e cappello in feltro, ai piedi zeppe rosse con cinturino, tipo Mary Jane.

Floral skirt - NIGHT


TopShop sleeveless top
£28 - topshop.com

Zipper skirt
€24 - welikefashion.com

Carvela wedge heel shoes
£75 - kurtgeiger.com

Pieces envelope clutch bag
$35 - asos.com

Miss Selfridge gold tone jewelry
£3 - missselfridge.com

Les Nereides oversized jewelry
280 DKK - asos.com

Peacock jewelry
£5.60 - peacocks.co.uk

Wet Seal south sea pearl jewelry
$4.25 - wetseal.com

Friis Company knitted shawl
€17 - shopfriiscompany.com

TopShop brim hat
£25 - topshop.com

giovedì 22 dicembre 2011

Wishlist

Floral skirt (presa!)


From Forever21

Striped Skirt

From Forever21

Velvet Light Blue Skirt    
                                        
From Forever21
                                      

Faux Suede Jacket 


From Forever21


Burgundy Cardigan  (presa!)




From ZARA








Bicolor Shirt
From ZARA




Minty Green Shirt






From ZARA




Peter Pan Collar Shirt




From ZARA




Jacquard Long Sweater




From ZARA







mercoledì 21 dicembre 2011

Aria di cambiamenti

Come si può notare ho deciso di cambiare nome al blog e anche (lievemente) l'aspetto.
Mi piace rimanere sul semplice, titolo nero su sfondo bianco (BASIC: uno stile di vita).


La scelta del nuovo titolo del blog deriva da una mia abitudine reale: diciamo che sono tra le poche giovani fortunate che in Italia hanno trovato un lavoro, e che al mattino, dopo essermi preparata per l'ufficio, mi resta una mezz'oretta per godermi una colazione in relax, bevendomi un bel thé bollente e sfogliando riviste.
Che siano esse di moda, confezione, cucina o arredamento, a me cambia poco: ciò che conta è godermi la mia ultima mezz'ora prima della frenesia lavorativa.
C'è poi chi di mattina non riesce proprio a svegliarsi, io invece rendo il triplo, il mio cervellino è una spugna e sono in grado di apprendere molte più nozioni.


Tra l'altro non sono d'accordo con l'idea di "fashion blog". E' un termine che non mi piace, perché non mi rappresenta: non sono una fanatica di stilisti, sfilate, bella vita, ecc.
Piuttosto diciamo che mi piace creare outfit, combinare vestiti. 
Quando faccio compere non faccio mai preferenze su una grande firma, piuttosto guardo il tessuto, il taglio, i dettagli e se mi valorizza. 
Non ho un fisico da supermodella, che qualsiasi cosa mi venga messo addosso mi calzi a pennello, perciò ci tengo a fare delle scelte accurate.
Preciso che non odio abiti o accessori firmati: ne possiedo anche qualcuno.
Ma specialmente, più del termine "fashion blog" non simpatizzo per LE fashion blogger. 
Scrivendo ciò si può pensare che la mia sia semplice invidia per il successo che certe ragazze hanno avuto, invece non è così. Non sono una wannabe.
Il mio concetto di fashion blog è qualcosa di strutturato appositamente per esplicare ai tuoi follower quali siano le tendenze attuali (dato che spesso sono invitate/i a presiedere a sfilate e backstage, nonchè party privati di famosissimi stilisti sulla cresta dell'onda).
Attualmente invece la corrente delle FB è dimostrarsi persone viziate, coccolate e riempite di regalini dalle più eminenti case di moda, senza contare il fatto che vengono invitate a destra e sinistra per partecipare alle presentazioni di nuove collezioni o chissà cos'altro.
Ed è giusto che sia così: se io fossi una stilista di fama mondiale ne approfitterei, perché al giorno d'oggi le persone leggono di più i blog che le riviste (il blog, essendo una cosa personale, dà modo al lettore di appassionarsi alla vita del blogger, ed è costantemente incuriosito dalle novità che esso può proporre; questo è come la penso), ed è sicuramente uno dei modi migliori per farsi fare una pubblicità (quasi) gratuita.
Nonostante il regalino o l'inivito a presenziare ad una sfilata da tutt'altra parte del mondo, cosa per la quale io -potessi- pagherei oro, la maggior parte di loro scrive due righine a malapena dell'evento e si dilunga invece a scrivere dello shopping sfrenato, dei party a cui ha partecipato in compagnia di amici; tutto ciò avrebbe dovuto essere un "viaggio di lavoro". Perché sì, essere blogger, se frutta dei soldi è un lavoro. [Ma una partita IVA han dovuto aprirla, come libero professionista?]


Tutta sta pappardella per motivare la mia scelta di possedere quello che per me è più uno "Style Blog", ovvero qualcosa che proponga la scelta di come combinare capi di abbigliamento, oltre che fare un viaggio in diversi stili ed epoche.
Cerco di motivare così la mia scelta, facendo qualcosa che mi piace di più e che mi fa star meglio.




martedì 6 dicembre 2011

Noi Ragazzi dello Zoo di Berlino - Natukunde, Medizin und Ramones!

Mi sveglio il terzo giorno e penso ai miei genitori a casa: è l'8 dicembre, festa dell'Immacolata. 
La festività cristiana non è importante per me (nel senso che ho tutti i sacramenti fino alla Cresima, però non sono credente), ma ho in mente solo l'idea che a casa mia, solitamente la mattina dell'8 si fa l'albero. E' una delle poche tradizioni che noi non possiamo tradire.
A questo giro mi è stato promesso che lo faremo non appena tornerò a casa.


Sono in Germania, e non ho idea di quali siano le tradizioni berlinesi,
So solo che appena sveglia mi toccherà prepararmi e convincere Gege ad alzarsi dal letto. Abbiamo un sacco di cose da vedere:


-Il museo di Storia Naturale (Museum fur Narurkunde);
-Il museo di Storia della Medicina (Medizinhistorisches Museum);
-Il museo dei Ramones.




Colazione mentre aspettiamo la S-Bahn, in Heidelberger Platz direzione Naturkundemuseum. Poi camminata sotto la neve e finalmente il museo.
L'ingresso lo paghiamo 6 euro in due, grazie alle agevolazioni date dal nostro abbonamento per  i mezzi.


Ci accolgono i resti del più grande scheletro di dinosauro ritrovato, un Bracchiosauro, oltre ad altri dinosaurini più piccoli, tipo Velociraptor.





Nelle altre sale ci sono animali di ogni soecie imbalsamati (SIGH! Poverini...), camere buie dedicate all'astronomia e altre forme di vita sotto formalina, oltre che uno studio sui vari tipi di pietre.




Finita la visita ci dirigiamo verso quello che per me è una ficata totale: il museo di Storia della Medicina.
Sembrerò maniaca o quanto meno con dei problemi, ma sono incuriosita dalle cause delle malattie, di come si manifestano nel nostro corpo.
Tralasciando il fatto che il museo era praticamente una raccolta di sezioni di organi umani tenuti in formaldeide, ho fatto delle scoperte su quelle che posson esser state le conseguenze di Chernobyl: vedere certi feti deformati non fa piacere, e lo consiglio a chiunque sia favorevole al nucleare, di modo che possa rendersi conto di ciò che può accadere.


Usciti dal museo non tutti avrebbero fame, ma io e Gege abbiamo lo stomaco forte e ci dirigiamo verso la HauptBahnof, decisi a mangiare un boccone (oltre che esser poi comodi per dirigerci coi mezzi al museo dei Ramones, con la S-Bahn per Orianenburger Strasse).
Arrivare a quella che è la Stazione Centrale è un'impresa causa tempesta di neve, ma mezz'ora dopo riusciamo ad entrare al coperto.




La camminata sotto la bufera di neve


Ci sediamo in un fast-food chiamato "Fish&Chips", mangiamo pesce e patatine (che ovvietà!) con salse, ci riprendiamo dal freddo e poi ripartiamo.




Fish&Chips


Quando scendiamo a Orianenburger Strasse nevica ancora fortissimo. La zona ha un centro sociale immenso e non c'è gente nei paraggi, eccezion fatta per un tizio che barcollando viene verso la nostra direzione.
In mano ha una bottiglia di vino finita, e vuole proprio fermare noi.
Parla in tedesco, ma quando capisce che non siamo autoctoni si rivolge a noi in un inglese sbiascicato. Vuole una sigaretta.
Io, diffidente, non gliela lascio; Gege è un pollo e gli da il suo tabacco e le sue cartine.
NON L'AVESSE MAI FATTO! Sto tizio ci attacca pezza, ci chiede se vogliamo da bere, che lui ce lo offre. Noi decliniamo l'offerta e decidiamo di chiedergli in che direzione troviamo il museo dei Ramones.
Ci risponde che è lì vicino, e che c'è stato una volta, ma che se n'è pentito perché non è un vero e proprio museo, bensì sono oggetti appartenuti a loro e collezionati maniacalmente dai fan, che han poi contribuito a lasciarli a questa specie di Cafè con annessa stanza-museo. Ed è carissimo. Perciò desidera che noi restiam lì a fargli compagnia bevendo... E ZAC! Dalla manica della giacca tira fuori una bottiglia di "Bellini".
Gege ride, io invece son sempre più preoccupata. Il tizio ha uno strano ovetto di plastica in mano. Non so cosa sia e cosa contenga: voglio solo entrare nel carissimo Museo dei Ramones!
Come se non bastasse questo scoppiato inizia a dar fuori di testa, ad insultare tutti e a prendere inspiegabilmente a calci Gege. Lo tiro via e ci allontaniamo.
Cinquecento metri più avanti mi sento al sicuro: vedo degli sbirri e provo a chider loro dove sia sto cazzo di museo: sanno dov'è, che è in zona, ma non esattamente dove, per di più non sanno parlare in inglese...


Lo troviamo inculato in una vietta, grazie ad un cartello appeso fuori.
L'ingresso è davvero caro per quello che è in effetti: sei euro a testa... Però hai diritto ad una spilla gratis.
Troviamo le vere bacchette di Marky Ramone, le vere All Star, il vero chiodo di un fan firmato dai Ramones.
Poi ci sbattono fuori perché stanno smontando tutto per dare la possibilità ad un gruppo di montare gli strumenti sul palchetto.
Usciamo e il proprietario del Cafè/museo ci ferma per invitarci alle 20 a sentire il gruppo che suona.
Guardiamo l'orologio: sono le 17,30. Decisi a tornare in albergo per lavarci e poi uscire di nuovo e sentire un concerto.




In realtà i mezzi sembrano solo veloci, perché arriviamo in hotel alle 18,30. Tempo di lavarci e vestirci sono le 19,45 o poco più (sono donna e ci metto tanto a prepararmi!)... E quando arriviamo al Cafè sono le 21... Peccato che il concerto sia già terminato e che stiano smontando tutto. Che tristezza.
Rimane il fatto che abbiam fame, che la neve scende ancora incessantemente e in quella zona ci sono una quantita assurda di belle ragazze tutte truccate e con capelli perfettamente in ordine che se  ne sta con l'ombrello in mano a prender freddo, vestite solo con una giacca di piume, leggings e MoonBoot.
Mi dico: "Ecco un'altra assurda moda invernale berlinese: leggings + MoonBoot!". Poi faccio mente locale: non possono esser tutte lì ad aspettare i loro morosi, sui marciapiedi!
Sono le prostitute di Berlino. Tutte giovani, forse giovanissime, e bellissime. Hanno l'aria di esser Est-europee. Alcune indossano solo dei vestiti succinti, di latex.


Cerchiamo un tabaccaio, ed è impossibile da trovare. Dopo mezz'ora di giri a vuoto entriamo in quello che ha l'aspetto di un negozio di alimentari, che invece vende tabacco.
Compro anche delle caramelle gommose. Faccio schifo, me ne rendo conto, ma sono state la mia cena! (Gege deve aver mangiato delle schifezze comprate alle macchinette, perché non c'era traccia di venditori di CurryWurst, e non eravam riusciti a trovare il compromesso sul dove andare a mangiare).


Quando rientriamo in camera nostra siamo stremati: abbiam mangiato schifezze e preso freddo. 
Mi corico sul letto e penso a casa, ai miei genitori, e all'albero che mi aspetta a casa, tutto da addobbare. E mi rendo conto che i giorni di vacanza volano sempre troppo in fretta.

Noi ragazzi dello Zoo di Berlino. - Departure


Un anno fa esatto attendevo il sei dicembre, giorno in cui saremmo partiti, per il nostro primo viaggio insieme, io e Gege, a Berlino. 
Cento euro tra volo e hotel (gli unici lussi che non ci siam potuti permettere erano la colazione inclusa - e dico anche CHISSENEFREGA! Le ciambelle di Dunkin' Donuts me le sogno ancora oggi-  e il bagno in camera -quelli in comune son ugualmente super puliti), e un viaggio che segnerà ancora di più la mia indipendenza da una nazione alla quale non mi sento appartenente.






La sera del 5 dicembre inizia a nevicare di prepotenza.
Gli accordi erano: andare da Gege, dormire a casa sua e farci portare dai suoi genitori a Malpensa, l'indomani mattina presto, perché abbiamo il volo alle 8,20.
Con i fiocchi che si triplicano, sia per dimensione che per intensità, inizian a venirmi dubbi sul "come raggiungere casa di Gege" (dato che dista mezz'ora/quaranta minuti da dove abito io), specialmente senza mettere in pericolo la vita dei miei genitori che dovevan accompagnarmi.




Opto per farmi lasciare a Vercelli, in stazione, e da lì muovermi con il primo treno per casa sua.
Arrivati in stazione, mio padre cerca parcheggio, mia mamma scende e mi accompagna al binario.


Non so il perché, ma ogni volta che devo salutare i miei son sempre triste, anche se loro son felici di vedermi viaggiare e visitare nuovi posti, io mi deprimo, perché non mi piace vederli allontanarsi da me. Potessi portarli con me ovunque, son certa che avrei decisamente meno paranoie.




In quella situazione poi, ero ancora presa peggio: non mi sarei mai perdonata se a loro fosse successo qualcosa mentre tornavano a casa dopo avermi portata a Vercelli.




Il treno arriva. Le porte si aprono, e io salgo col mio trolley. 
E' il treno che di solito prendono i pendolari che tornano a casa da lavoro. Puzza, è sporco e stracolmo di gente, e mi tocca stare in piedi, accanto al mio piccolo bagaglio.
Aspettando che le porte si chiudano, continuo a fissare la mia mamma.
E' il primo viaggio che mi son sudata. Ho lavorato tutti i fine settimana in un ristorante, lo stesso in cui lei fa la lavapiatti il sabato e la domenica, per arrotondare.
La guardo, e sembra fiera di me. Mi fa le raccomandazioni "da mamma", e si tiene stretta nel suo giacchetto, con le braccia conserte, per ripararsi dal freddo.

Pochi istanti prima che le porte si chiudano mi schiocca un altro bacetto e mi dice: "Ti voglio bene cuore".

Faccio in tempo a dirle: -Saluta papino e Nico, e dagli un bacio!
Lei annuisce, mi sorride, e il treno inizia muoversi. 


Rimane lì a gurdarmi finché il mezzo prende velocità, e io faccio lo stesso.
Lei sorride, e io voglio solo piangere.











giovedì 1 dicembre 2011

Il vestito del destino.


Black Cardigan: Gina Tricot 
Dress: H&M [f/w '10-'11]
Shoes: Romwe.com 


Non capita spesso che Gege mi faccia dei regali, perciò, quando lo scorso gennaio, dopo un'influenza mostruosa, lui s'è svegliato e mi ha detto: -Ci sono i saldi. Ti va di fare shopping?-, io sono sbiancata.

-Chi sei, e di Gege cosa ne hai fatto?!- gli ho chiesto.
-Niente. Semplicemente mi va di farti fare un giro dopo che mi sei stata accanto mentre ero malato.

A settembre del 2010 avevo visto un bellissimo vestito dalla gonna a palloncino, e con una stampa carina, ovviamente di H&M. Non lo avevo comprato perché pensavo che non lo avrei portato spesso, e non mi andava di spendere 40 euro. 


Quando, a gennaio l'ho ritrovato in mezzo al cumulo di abitini scontati a quindici euro, per di più era l'unico e della mia taglia, ho pensato fosse destino: dovevo averlo.











La sera stessa l'ho indossato per la festa di compleanno della mia amica Guia.