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I'm experiencing my first time alone and abroad, being an au-pair in Finland. I write about my finnish life, cultural differences and sometimes about my idea of style.

martedì 30 aprile 2013

Le cattive abitudini restano.

Mi sarò pure trasferita, ma continuo ad avere le mani bucate.

Circa a metà febbraio ho passato dieci giorni a casa di un'amica della mia famiglia ospitante, che abita in città, e non ho potuto fare a meno, dopo settimane di segregazione in casa (i primi mesi dell'anno sono davvero freddi), di uscire in centro per fare shopping. 
Mi ero ripromessa di risparmiare, ma la foga del momento mi ha trascinata ad comprare di tutto e di più, specialmente perché qua ci son tanti di quei negozietti pieni di cose che carine e basso prezzo che in Italia non abbiamo, tipo Lindex e GinaTricot.



E questa è una foto scattata ieri, con orecchini con croci e collana a triangoli Ginatricot, e maglioncino in tessuto simil-felpa DIVIDED by HM.


http://instagram.com/p/YnY8VuHkKw/



Mansioni da Aupair

Essere un'Aupair è una possibilità relativamente semplice per chi desidera trasferirsi per un certo periodo di tempo all'estero, senza spendere un enormità di soldi, anzi, -quasi- guadagnandone.
Considero questa mia possibilità come un erasmus, uno scambio culturale low cost.


La visione comune di una ragazza alla pari è quella della "servetta" che fa pulizie tutti i giorni nella casa di una famiglia benestante all'estero.
In realtà, negli anni, le Aupair sono diventate più che altro delle babysitter che si prendono cura di bambini mentre i genitori sono occupati a lavoro, e qualche volta svolgono lavori di pulizia, quantomeno nel mio caso è così (e mi rendo conto di esser fortunata).




Spero che non mi vogliate male, ma per ragioni di privacy non vi dirò i nomi dei componenti della famiglia, o il luogo esatto in cui vivo, e poi il tutto può essere un più avvincente se in fondo c'è un po' di mistero, no?
Vi basterà sapere che da quando sono qua ho acquisito due sorelline minori.
La più grande la chiamo Principessa, e ha 5 anni. Il nome le calza a pennello, perché è davvero la classica bambina che ama il rosa e le storie su paesi incantati con ragazze bellissime, figlie di re e regine sperduti/defunti/sul.punto.di.morte, che per una qualche ragione hanno la sfiga addosso.
La più piccola, che è sostanzialmente quella di cui mi devo occupare di più, ha 2 anni e il nome più azzeccato per lei è Ranocchia, che non è per nulla dispregiativo, ma dovuto al fatto che tuo suo nome reale è legato a questo anfibio.
È una bambina sempre sorridente, che mette il buon umore, ma l'inizio è stato un trauma con lei: la differenza di lingua è un casino tutt'ora, e non potendo capirla se non otteneva ciò che mi chiedeva iniziava a strillare. Per non parlare dei pannolini da cambiare... Mi diceva di no, di andare via, e io che sono una persona sensibile e permalosa, mi incazzavo come una bestia. Cioè, io volevo solo toglierla il peso delle pisciate o delle cagate che si portava appresso, mica farle del male!
Alla fine, dopo più di un mese di "lotte" son riuscita a domarla, e ho iniziato ad imparare un buon numero di parole, di modo da poterla capire.

Non andrei fiera dei miei metodi di "addestramento", ma coi bambini io funziono a ricatti: per convincere la più piccola a farsi cambiare, vestire e a fare il pisolino sono andata avanti a caramelle.
Ora la fase dei dolciumi l'ho superata, giusto in tempo per salvarla dall'obesità.
Finalmente fa più o meno tutto senza ricatti, ma se c'è qualcosa che la smuove anche quando non vuole è farle vedere i video della Crazy Frog su YouTube.


Il mattino mi sveglio, faccio colazione, vado a svegliare Ranocchia, le faccio fare colazione, le tolgo pigiama e pannolino, lei sceglie i vestiti che vuole indossare, poi andiamo a giocare fino a mezzogiorno e mezzo, pranziamo, la cambio di nuovo e le faccio fare un riposino fuori se c'è bel tempo, e dentro se c'è il tempo brutto; dopodiché la sveglio intorno alle 15,30 e le faccio mangiare un po' di frutta, e se la mamma non riesce vado io a prendere Principessa all'asilo, talvolta con Ranocchia, talvolta da sola. Dalle 16,30 in poi è tutto in discesa: le bambine possono guardare i programmi per bambini fino alle 18, e dal momento in cui essi terminano si cena! Di solito da dopo cena io sono libera di fare ciò che voglio, e siccome sono un'asociale di merda spesso mi rintano in camera mia, ma le bambine sono iperattive e spesso vengono a giocare nella mia camera, o ad origliare le telefonate su Skype!
Alle 21 si va a nanna, ma non prima di avermi detto "buona notte! Good night! Hyvää yotä!".

Tutti i giorni è così, tranne i pomeriggi del martedì, dove le bambine vanno a scuola di musica, che è più un'"educazione al ritmo", sicché non suonano alcuno strumento in particolare.

Nei buchi liberi durante la giornata, mentre le bambine sono occupate a fare altro, cerco di riordinare la cucina, faccio una lavastoviglie, e provo a risistemare i loro letti e le camere.
Ogni tanto cucino, ma temo sempre che ciò che preparo faccia schifo.

Il weekend sono di riposo, e vorrei essere più intraprendente e muovermi o stare con le bambine a giocare, ma la realtà è che le vedo così tanto durante la settimana che quando posso stare nel mio angolo di pace non mi faccio remore.
Cioè, a dire il vero la cultura qua mi affascina, ma da sola non so quasi mai dove andare, e quindi finisco col passare i miei giorni liberi a guardare roba in streaming.
Anche il fatto che sia piuttosto timida e che abbia il timore di dire o fare cose sbagliate mi impedisce di passare del tempo con la famiglia, anche perché spesso non so proprio cosa dire!
Ogni settimana mi riprometto di essere più attiva e più di compagnia, ma non ci riesco mai: la pigrizia si impossessa di me.



lunedì 29 aprile 2013

Differenza culturale n°1

PAESAGGI


Vi faccio presente che sono arrivata a metà gennaio, uno dei mesi più depressivi per i popoli scandinavi: giornate corte, freddo micidiale, neve alta un metro, ghiaccio, e tutti i giorni sembrano volgere all'apocalisse.

Bene, invece di esserne spaventata, io mi sentivo realizzata, perché finalmente potevo provarlo sulla mia pelle: luce del giorno (quando non nevica) dalle 9 del mattino alle 2 e mezza del pomeriggio, -30 gradi, e tutto perennemente bianco.

Effettivamente, il problema luce è grave: ci si sente perennemente affaticati/rincoglioniti, e l'idea di suicidarsi non è poi così male quando non vedi della luce naturale per diversi giorni... Ma è abbastanza frequente avere delle lampade a raggi UV in casa, che simuli la luce del sole. Quest'ultima è importante perché regola le fasi della giornata di un essere umano, pertanto, per prendere il ritmo di mattina è importante vedere la luce solare. La lampada infatti viene accesa solo al mattino e poi se ne cala l'intensità dopo mezzogiorno.


Ero abituata, in Italia, ad andare a fumare un sigaretta della buona notte con mio fratello.
Il terzo giorno dal mio arrivo ho provato a portare la mia abitudine anche in Finlandia, e ammetto che mi è balenata in testa l'idea di smettere di fumare (tutta salute): a -28°C il respiro ti si mozza, e ogni volta che aspiri ti senti mancare un pezzo di polmone; se fai l'errore, come me, di sederti per gustartela meglio, stai pur certo quando ti alzerai rischierai di svenire, per non parlare degli svarioni che ti vengono una volta entrati al calduccio.
No, con -30° non è difficile sopravvivere. Ovviamente non ci darei una festa, ma non è impossibile -se si è ben coperti-, e comunque ciò che ne risente di più è comunque il respiro.


Non si sopravvive col vento forte, con quello rischi di star male.
E tutti mi dicevano "Ma va là, che il vento lì sarà secco, diverso da come lo abbiamo noi!". 
Se in Italia il vento freddo e umido ti entra nelle ossa, in Nord Europa il vento freddo secco ti paralizza. 

Per non parlare di quando la luce bianca del sole, nelle rare giornate serene, si riflette sulla neve: assolutamente il paradiso per i foto-fobici!


A cinque giorni dal mio arrivo, nonostante tutto, ho visto uno degli spettacoli più belli della natura nordica: l'Aurora Boreale.
Avevo fatto una doccia, ed ero uscita coi capelli bagnati a fumare, e fuori c'eran -20°C (idiota, eh?!).
Il mio sguardo mi porta a Nord, sempre speranzosa di riuscire a vedere un'Aurora Boreale, ed inaspettatamente vedo del "movimento" nel cielo sereno e stellato.
Eccolo, un serpentello verde che si agita nella notte.
E mentre mi perdo a vedere il suo show, non mi accorgo che i miei capelli si sono ghiacciati.





domenica 28 aprile 2013

Un'avventura già alla partenza

La mia famiglia ospitante abita nella zona della Finlandia chiamata Ostrobotnia.
È la regione che sta appena sotto la Lapponia, e come capoluogo ha Oulu, una cittadina che conta poco meno di 150 mila abitanti. E pensare che viene persino considerata grossa come città, oltre che importante per industrie ed università.

La famiglia presso la quale vivo dista un centinaio di chilometri da Oulu, abitando in aperta campagna finnica!



Credevo che, venendo da un paesino, sarebbe stato facile abituarmi alla solitudine qua, ma se all'inizio poteva sembrare rilassante, ora diventa talvolta snervante tutta questa pace.

Il giorno in cui sono partita, lo ricorderò per sempre.
Non sapevo se ero emozionata o triste all'idea di andar via e non vedere i miei genitori e il mio ragazzo, così son rimasta in un limbo di confusione che mi ha tenuto compagnia per un sacco di settimane anche dopo il mio arrivo.
Son partita il 15 di gennaio, era un martedì mattina, e avrei fatto il primo scalo a Copenaghen... Ma il volo è stato posticipato di un'ora e mezza, facendomi perdere il volo successivo dalla capitale danese a quella finlandese.
Ma, non si sa come, son riuscita ad arrivare a Helsinki in tempo per prendere il volo per Oulu!



Arrivo a Oulu e la mia madre ospitante mi aspettava pronta per portarmi in quella che per un anno sarà la mia casa! 
Lei parla benissimo inglese, dato che ha vissuto due anni in Canada per uno scambio studentesco, e io ho fatto fatica a capirla per tutto il primo mese.

Dopo un'ora e poco più di strada buia con immensi pini innevati ai lati, siamo arrivate a casa: una ex scuola elementare! Il marito è venuto ad aprirci e mi ha subito abbracciata!
Mi son sentita parte della famiglia


Eng: Actually I'm living in the finnish region called "Ostrobothnia", in the middle Finland.
When I left Italy I didn't know how to feel: excited because of the beginning of a new adventure, or sad because I'll miss my family.
Anyway the first flight from Milano Malpensa to Copenhagen was one hour and half on delay, and I lost the second flight, from Copenhagen to Helsinki! What the hell!
But everything went better when I arrived in Finland, and I had the time to take the flight from Helsinki to Oulu.
At the airport there was my host mother, who was waiting for me, and one hour later I was arrived in my new home, in the middle of the countryside!
The road was really dark, and on the border there were just trees with a lot of snow! 
Yes, the nature here is really different, but amazing!!

Traslata di 3600 chilometri a Nord

            

Dopo mesi di NULLA, ho deciso di riprendere a scrivere.

Ebbene sì, la mia vita ha preso una via decisamente differente, e ora mi trovo spostata -per mia volontà, ovviamente- di quasi quattromila chilometri a Nord, in Finlandia.
Mi son decisa a riprendere in mano il mio blog, un po' per tenere la mente occupata, un po' per divertimento, ma specialmente per condividere la mia esperienza.

Dopo anni passati ad essere disoccupata, o a fare lavori per i quali non ero tagliata, ho deciso di ascoltare a fondo cosa avevo da dirmi: io volevo scoprire come si vive nel Nord Europa, e provare a vivere da sola.

In un paese come l'Italia, in cui le opportunità son poche e puoi aver fortuna in campo lavorativo e realizzarti solo se hai delle pedate nel sedere, io ho trovato una via di fuga!

La scorsa estate, dopo esser stata licenziata -per mancanza di esperienza- da un lavoro che consideravo praticamente PERFETTO (apprendista sarta in un laboratorio di abiti nuziali), ho ripreso ad andare ad aiutare il centro estivo del mio paesello, facendo l'animatrice.
Ecco, io non pensavo -e nemmeno ora lo credo- di esser tagliata per stare coi bambini, perché mi sento sempre messa a disagio data la loro tagliente sincerità, e io temo i giudizi altrui in maniera esponenziale -sìsì, sono proprio una persona che si abbatte facilmente-; inaspettatamente son stata ben voluta, e mi han pure definita una buona animatrice... In realtà l'aggettivo "buona" deriva dal fatto che non mi piaccia sgridare i bambini o vederli piangere, e per forza di cose finivo col far fare loro la maggior parte delle cose che volevano (cosa sbagliata).

Da dopo il centro estivo mi era balenata in testa l'idea di riprendere a studiare in Accademia di belle arti, e diventare una insegnante d'arte, dato che erano abbastanza richiesti i miei disegni e che comunque tutti i compiti di arte erano controllati da me.



Le mie scarse possibilità finanziarie non me lo hanno permesso, così ho vegetato da metà agosto a fine novembre, poltrendo sul divano della sala in casa dei miei, guardando Realtime e ammazzando il tempo mandando curriculum, senza risultati.

E più tempo passavo a casa ad annoiarmi, a deprimermi e a mettermi qualsiasi genere di ansia, più capivo che non volevo essere su quel divano, ma altrove, a provare qualcosa che fosse diverso dalle mie abitudini.

Ho iniziato a cercare su internet una via di fuga, e la risposta è arrivata così ovvia: Aupair!

Perché diamine non ci avevo pensato prima? Essere una ragazza alla pari è il metodo più semplice per levare le tende! 
Mi son iscritta a due siti differenti, emozionatissima. Poi ho iniziato a temere che non avrei ricevuto alcuna risposta, e che avrei fallito. 
Ma le proposte hanno iniziato a fioccare, e da subito ho iniziato ad essere in contatto con una famiglia finlandese, quella presso la quale sto vivendo ora!

Tempo un mese e mezzo e io mi son ritrovata immersa in una vita diversa, dissimile dalla mia, e lontana migliaia di chilometri dalle mie abitudini.



Ho intenzione di scrivere delle cose differenti, che mi hanno lasciata stupita, delle difficoltà che ho dovuto superare, dei momenti felici e anche di quelli tristi, perché i cambiamenti, anche se tanto desiderati, non sono sempre facili.
E ovviamente mi farebbe piacere sapere se avete delle curiosità! 
CHIEDETE E AVRETE UNA RISPOSTA!


ENG: Last november I decided to stop laying on my sofa and to start a new adventure: I moved to Finland to be an Aupair!
I said "BYE BYE Italy and TERVETULOA Suomi!".
My life was quite boring before, without a work, and routine was killing me. 
My decision was strong, because I really love my family, but I really need to improve myself in something new, and I'm in love with Scandinavia!
Even I'm talking in english all days since I'm here, my skills are not so good, and I ask you sorry for my bad english! ahahah!