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I'm experiencing my first time alone and abroad, being an au-pair in Finland. I write about my finnish life, cultural differences and sometimes about my idea of style.

martedì 20 settembre 2011

Counting Bodies // A Perfect Circle


Le fashion blogger si dilungano a parlare dei loro magnifici party e delle loro serate alla moda, tra Karl Lagerfeld e Anna Wintour, in locali dalle luci soffuse e dall'arredamento lineare e con colori neutri, dove gli unici colori che spiccano sono quelli dei cocktail e le luci più appariscenti sono i calici di champagne che riflettono la luce.





Io invece, non facendo parte di loro, ha fatto uno dei più classici finesettimana da campagnola: 
-venerdì sera festa di compleanno di una delle mie amiche di sventura, fatta in discoteca (ottima la compagnia, buono il cibo, scenografico il posto, pessima musica); 
-sabato io e Gege siamo andati alla festa del vino a Casale Monferrato, anche con la pioggia torrenziale, non abbiam saputo resistere al richiamo della Malvasia (un tipo di vino dolce e poco alcolico); 
-domenica votata al cazzeggio totale, tra dormite e Estathè al bar di paese.

Ma ieri, inaspettatamente io e Gege abbiam deciso di incontrarci a Vercelli per fare un aperitivo in tranquillità, ed è così che ho ri-scoperto un gruppo che non avevo mai calcolato troppo: A Perfect Circle.

Illuminanti sono stati i loro video, che rappresentano ciò che davvero sta diventando il mondo.

Ve ne lascio un assaggio:


venerdì 16 settembre 2011

La storia di un Popple - History of a Popple.

"Vintage" è sicuramente tra le parole più usate ultimamente dai fashion addicted: il vecchio che torna di moda.
Vero è che, essendo il termine stesso diventato di moda, si finisce per usarlo a sproposito, perché Vintage non è il maglioncino che metteva tua mamma due anni fa prima di entrare in menopausa ed ingrassare (colpa degli ormoni), e che ora ti ha ceduto, bensì possono esserlo considerati solo i capi o i prodotti con più di vent'anni di vita.
Sarebbe una falsa affermazione dire che 'Ho comprato una t-shirt a pois "molto vintage" da H&M" (o Zara), perché di certo quel capo non ha vent'anni!

I negozianti stessi fanno affidamento su questo termine, facendoti stra-pagare capi che normalmente sarebbero di seconda mano, ceduti gratuitamente solo perché occupavano spazio nel magazzino, e che andrebbero rivenduti a non più di 10/15 euro.

Ma chi si fa abbindolare è disposto a comprare qualsiasi cagata e pagarla anche cara, solo per poter dire "è vintage!".

Beh, il mio Popple è seriamente vintage.






Cos'è un Popple?! E' un pupazzo. Il mio peluche preferito (assieme al gatto fucsia, l'orso Coccolino e la bambola che s'illumina al buio -n.b.: io da bambina odiavo tutte le bambole e le Barbie, tranne quella, che, detto dai miei genitori, è stato il primo regalo che ho ricevuto in ospedale, appena son nata), che so di avere da sempre.

Era un regalo "riciclato. 
Mio zio materno, Riccardo (zio Ricky o zio ciccia, fratello minore di mia mamma) ha dieci anni più di me, è nato nel 1979, e quando io son nata, per dimostrarmi il suo affetto mi ha donato il suo Popple, che a sua volta gli era stato regalato da mia zia Roberta (sua sorella, chiamata  anche Peppa) e il suo moroso e che ora è suo marito (quindi mio zio Marco) circa nel 1985.

Ricordo i miei primi anni di vita con molta felicità, e la presenza di questo Popple tenerissimo!

I colori sembran proprio quelli tipici degli anni '80: fucsia super-fluo, un'orecchia verde e una rosa, che c'azzeccano quanto i cavoli a merenda.
Ha le sembianze di un orsacchiotto, con una coda lunghissima che termina con un pon-pon, e le sue orecchie sono a forma di cuore! 
Sulla schiena ha una tasca, una specie di marsupio che può esser utilizzato per portare le cose più preziose per un bambino, oppure dentro la quale puoi risvoltare il Popple stesso, facendolo diventare una palla con la faccia da orsetto.

Io ci dormo ancora assieme, e non posso vergognarmi a dirlo. E' come se il mio lato bambino fosse sempre con me.

Recentemente ho scoperto che, benché sia l'unica che ne possiede uno, il Popples era un vero e proprio must-have per i bambini degli anni '80, e che ne eran stati fabbricati nove differenti per dimensione, colore e nome.
Negli Stati Uniti erano usciti anche un fumetto e un cartone animato.

Il mio, di medie dimensioni, si chiamerebbe Prize, e su eBay lo vendono a 15/20 euro.
Ma io, il mio, non lo venderei per un miliardo di euro.

Forse vorrei comprarli tutti e poterli collezionare. E una volta fatto non vorrò dire "Ho solo dei peluche molto vintage!".










giovedì 15 settembre 2011

Una mente ecologica.

Periodicamente mi ritrovo a disprezzare il genere umano, per molteplici motivi, ma non odio vivere.
La mia vita, vi dirò, mi piace anche abbastanza. 
In fin dei conti sono una persona solare, e mi sento di dover dire grazie per ogni giorno, che mi sveglio e vedo le luci del sole, sento il profumo dell'erba fresca, posso gioire dei baci del mio ragazzo e gli abbracci dei miei genitori, dei miagolii delle mie gatte che mi chiedono di mangiare, delle risate fatte con le mie amiche.


A parte questo, non sopporto i comportamenti della gente: nessuno si cura di ciò che ci circonda.
  • Differenziamo i rifiuti! Risparmieremo sulle tasse della spazzatura e faremo del bene al nostro pianeta. 
NO: perché è uno sbattimento, ci sono gli inceneritori che posson fare tutto, perché perder tempo a dividere plastica, carta, umido, vetro, pile, ecc.?!
  • La benzina costa troppo. E inquina.
NO: in Italia non è possibile immatricolare un auto a idrogeno. [Però possiamo aumentare il prezzo della benzina in modo esponenziale]
  • Allora usiamo i mezzi di trasporto?
No: impossibile star dietro a tutti i casini di Trenitalia. E poi costa quasi meno fare benzina, calcolando che l'80% delle volte sono in ritardo, sono sporchi, puzzolenti, e i passeggeri più giovani sono irrispettosi.
  • Invece di comprare l'acqua in bottiglia, utilizzate quella del rubinetto, specialmente se il vostro paese/la vostra città ha un depuratore. E se così non fosse, in commercio ci sono un sacco di caraffe che filtrano l'acqua automaticamente, depurandola.
NO: è così comodo comprarla al supermercato! E chissene frega se la nostra pattumiera sarà piena per via delle bottiglie di plastica?! Ve lo dico io: assolutamente nessuno!

Ma ora viene il bello: ci sono centinaia e centinaia di invenzioni ecologiche al massimo, di cui la maggior parte delle persone mai ha sentito parlare e che nemmeno immagina!
Sono tutte "expensive" perché pochine conoscono l'esistenza, quasi come se volessero censurarci anche questo, e rimangono una cosa di nicchia.


Esiste una sveglia che funziona mediante l'evaporazione dell'acqua al suo interno:


 Un caricabatterie che ricarica mediante l'uso di una cordicella! Come uno yo-yo!

E per chi come me è appassionata di moda è un piacere scoprire l'invenzione di una borsa con pannello fotovoltaico!
Ogni informazione è stata presa dal sito "ECOSEVEN".

Io ammetto di fare già una buona parte per salvaguardare il nostro pianeta, e poi a giugno ho comprato il primo oggetto ecosostenibile: una pista per macchinine giocattolo che si ricarica con l'energia solare! E' stato dato in regalo al cuginetto di Gege, che compiva un anno!

Teniamoci di più al nostro pianeta: ci viviamo noi!




Dopo l'apatia viene la misantropia


Odio gli esseri umani e la loro incoerenza.


Odio i loro discorsi inutili e i loro falsi sorrisi.


Mi ci metto anch'io.


Scusatemi, ma preferisco che le cose vengan dette così come stanno: anche brutali.




PEACE.








mercoledì 14 settembre 2011

giovedì 8 settembre 2011

Lost with Myself


Ho trovato un vecchio caftano tra le cose vecchie di mia mamma.
E' semplice, nero, con un ricamino sul giro-collo.
Averlo trovato prima, durante il periodo afoso dell'estate al nord Italia, di sicuro mi avrebbe salvato dalla calura!


martedì 6 settembre 2011

Can You Tell a Green Field?

"So, so you think you can tell Heaven from Hell,
blue skies from pain.
Can you tell a green field from a cold steel rail? A smile from a veil?
Do you think you can tell?

And did they get you trade your heroes for ghosts?
Hot ashes for trees? Hot air for a cool breeze?
Cold comfort for change? And did you exchange
a walk on part in the war for a lead role in a cage?

How I wish, how I wish you were here.
We're just two lost souls swimming in a fish bowl,
year after year,
running over the same old ground. What have we found?
The same old fears,
wish you were here."


Pink Floyd, 1975.

Correvo la solita strada per arrivare a casa sua.
Una strada non trafficata, in mezzo alle risaie.
Il riso cresceva, innalzandosi dall'acqua.
E' sorto inevitabile il collegamento alla magnifica canzone dei Pink Floyd,
Wish You Were Here.
E ti vorrei davvero qua con me.

"Can you tell a green field?"



giovedì 1 settembre 2011

Il nostro ultimo giorno di vacanza: Bruxelles.

Sono una fanatica di viaggi.

Amo scoprire gli usi e costumi di ogni nazione.
Le loro abitudini. 
I loro divertimenti.

Ricordo il primo viaggio senza i miei genitori: Londra 2009, ottobre.
L'anno di confusione amorosa più totale (terminatosi solo un anno più tardi, con l'arrivo di Gege nella mia vita), almeno per quanto riguarda la mia età "semi-adulta".

Eppure nella confusione s'è aperto qualcosa: un'innata voglia di scoprire, uno spirito d'adattamento verso le altre culture.

Che poi, io ho visitato solo l'Europa -oltre che l'Egitto a quattordici anni con i miei genitori-, e quindi le culture europee non si differenziano molto tra di loro.

Però io, da europea, le ho trovate: il caffè ne è un esempio.
All'estero si beve lungo, acquoso, più simile al caffè d'orzo, e amaro. Amarissimo.

Io non bevo caffè. 
Sono intollerante alla caffeina, mi sovraccarica,  mi vengono l'ipersecrezione gastrica e i brividi. 

Ma ho visto italiani bere il caffè all'estero, e non ne erano soddisfatti. 
Dopo qualche giorno ti dicono che ci han fatto l'abitudine, però son contenti di tornare in Italia per caffè.

Eppure ho quest'immagine di Londra di primo mattino, alla stazione Vittoria, dove TUTTI  entrano da Starbuck's per prendere il caffè, dalla liceale in ritardo a scuola all'uomo in carriera.


Stoccolma, giugno 2010: la cena si svolge sempre intorno alle 18.
In Italia, da sempre, la cena la si fa verso le 20. In estate, quando il sole tramonta tardi, anche alle 21.


Berlino, dicembre 2010: mercatini di Natale persistenti in ogni via.
Le ragazze girano con la minigonna e i calzettoni di lana tirati fin sopra al ginocchio, anche se fuori ci son -10 gradi.


E poi Amsterdam: incredibile. E' la Las Vegas europea.
Io non sono pro-droga, però è affascinante vedere nei coffee shop cosa succede. 
Ed il bello è che succede NIENTE! E' come entrare in un normalissimo bar, dove la gente fuma erba e sorseggia qualcosa.
O passeggiare intorno red-light district e notare che esattamente attorno alla chiesa ci sono vetrine con dentro donne semi-nude.


Rotterdam è ancora più incredibile: la New York in miniatura! Ultra moderna e con pochi turisti.
Ben collegata dai mezzi, semplice da girare, relativamente "economica".


E Bruxelles, che consiglierei a tutti gli amanti dell'architettura, e dell'Art Nuveau.


Purtroppo le mie finanze non mi permettono di viaggiare tanto e per lunghi periodi, ma un giorno avverrà. 
L'ho promesso a me stessa.