Informazioni personali

La mia foto
I'm experiencing my first time alone and abroad, being an au-pair in Finland. I write about my finnish life, cultural differences and sometimes about my idea of style.
Visualizzazione post con etichetta Suomi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Suomi. Mostra tutti i post

lunedì 6 maggio 2013

Differenza Culturale n°3

QUESTIONI DI KETCHUP.

Abituata a vedere il ketchup giusto come salsa da accompagnare alle patatine o con carni bollite, la differenza culinaria più strana è proprio l'abuso di questo ad ogni pasto.


Sono inorridita la prima volta che l'ho visto mettere sulla pasta alle bambine: cioè, mi rovinate un piatto di spaghetti con sugo, peraltro buono, con della stupida salsa da frigo?!
Poi ho capito che i bambini non capiscono una cippa di cosa sia il cibo, mangiano solo perché sono obbligati, e se mangiano per il piacere di farlo significa che stan mangiando schifezze... 

Dopo un po' ho notato che anche gli adulti lo fanno: su pasta, riso, carni, pesce e verdure.
Così, perdonatemi la bestemmia, ho provato a farlo anch'io: SORPRESA! È buono davvero!

All'ultima festa di compleanno, mentre tutti i bambini giocavano e noi adulti stavam mangiando torta e bevendo caffè, il festeggiato è arrivato in cucina, ha aperto il frigo per prendere il barattolone di ketchup, ha arraffato una pizzetta dal tavolo e l'ha cosparsa di ketchup.
Chi era al tavolo con me ha notato la mia faccia perplessa, e mi son sentita in dovere di spiegare che è una cosa alquanto insolita per me, italiana, vedere il ketchup su tutti i tipi di cibo.
Poi però ho ammesso che non è più così strano a vedersi, ed è intervenuta la mia madre ospitante dicendo: -Ma io ti ho vista mettere il ketchup sulla pasta! Ormai sei stata adottata dalla Finlandia!
E messa alle strette ho dovuto ammettere che sì, il ketchup sulla pasta al sugo è buono, se lo metti in dosi moderate, come anche sul riso.
Poi è uscito fuori che i bambini finlandesi vengono spesso convinti a mangiare qualcosa grazie all'aneddoto del "Ci mettiamo sopra un sacco di ketchup", e tutto magicamente sembra più appetitoso.




Il formato standard è quello da un litro, che di norma finisce in due settimane.
E pensare che il ketchup nel mio frigo durava fino a che non dovevamo buttar via il barattolo mezzo pieno perché s'era ammuffito!

E se non mi credete, ecco lo spot del ketchup finlandese, FELIX, che testimonia tutto: ragazzi che mettono quintordici quintali di salsa rossa sul piatto di spaghetti al sugo.


martedì 30 aprile 2013

Le cattive abitudini restano.

Mi sarò pure trasferita, ma continuo ad avere le mani bucate.

Circa a metà febbraio ho passato dieci giorni a casa di un'amica della mia famiglia ospitante, che abita in città, e non ho potuto fare a meno, dopo settimane di segregazione in casa (i primi mesi dell'anno sono davvero freddi), di uscire in centro per fare shopping. 
Mi ero ripromessa di risparmiare, ma la foga del momento mi ha trascinata ad comprare di tutto e di più, specialmente perché qua ci son tanti di quei negozietti pieni di cose che carine e basso prezzo che in Italia non abbiamo, tipo Lindex e GinaTricot.



E questa è una foto scattata ieri, con orecchini con croci e collana a triangoli Ginatricot, e maglioncino in tessuto simil-felpa DIVIDED by HM.


http://instagram.com/p/YnY8VuHkKw/



lunedì 29 aprile 2013

Differenza culturale n°1

PAESAGGI


Vi faccio presente che sono arrivata a metà gennaio, uno dei mesi più depressivi per i popoli scandinavi: giornate corte, freddo micidiale, neve alta un metro, ghiaccio, e tutti i giorni sembrano volgere all'apocalisse.

Bene, invece di esserne spaventata, io mi sentivo realizzata, perché finalmente potevo provarlo sulla mia pelle: luce del giorno (quando non nevica) dalle 9 del mattino alle 2 e mezza del pomeriggio, -30 gradi, e tutto perennemente bianco.

Effettivamente, il problema luce è grave: ci si sente perennemente affaticati/rincoglioniti, e l'idea di suicidarsi non è poi così male quando non vedi della luce naturale per diversi giorni... Ma è abbastanza frequente avere delle lampade a raggi UV in casa, che simuli la luce del sole. Quest'ultima è importante perché regola le fasi della giornata di un essere umano, pertanto, per prendere il ritmo di mattina è importante vedere la luce solare. La lampada infatti viene accesa solo al mattino e poi se ne cala l'intensità dopo mezzogiorno.


Ero abituata, in Italia, ad andare a fumare un sigaretta della buona notte con mio fratello.
Il terzo giorno dal mio arrivo ho provato a portare la mia abitudine anche in Finlandia, e ammetto che mi è balenata in testa l'idea di smettere di fumare (tutta salute): a -28°C il respiro ti si mozza, e ogni volta che aspiri ti senti mancare un pezzo di polmone; se fai l'errore, come me, di sederti per gustartela meglio, stai pur certo quando ti alzerai rischierai di svenire, per non parlare degli svarioni che ti vengono una volta entrati al calduccio.
No, con -30° non è difficile sopravvivere. Ovviamente non ci darei una festa, ma non è impossibile -se si è ben coperti-, e comunque ciò che ne risente di più è comunque il respiro.


Non si sopravvive col vento forte, con quello rischi di star male.
E tutti mi dicevano "Ma va là, che il vento lì sarà secco, diverso da come lo abbiamo noi!". 
Se in Italia il vento freddo e umido ti entra nelle ossa, in Nord Europa il vento freddo secco ti paralizza. 

Per non parlare di quando la luce bianca del sole, nelle rare giornate serene, si riflette sulla neve: assolutamente il paradiso per i foto-fobici!


A cinque giorni dal mio arrivo, nonostante tutto, ho visto uno degli spettacoli più belli della natura nordica: l'Aurora Boreale.
Avevo fatto una doccia, ed ero uscita coi capelli bagnati a fumare, e fuori c'eran -20°C (idiota, eh?!).
Il mio sguardo mi porta a Nord, sempre speranzosa di riuscire a vedere un'Aurora Boreale, ed inaspettatamente vedo del "movimento" nel cielo sereno e stellato.
Eccolo, un serpentello verde che si agita nella notte.
E mentre mi perdo a vedere il suo show, non mi accorgo che i miei capelli si sono ghiacciati.