Informazioni personali

La mia foto
I'm experiencing my first time alone and abroad, being an au-pair in Finland. I write about my finnish life, cultural differences and sometimes about my idea of style.

giovedì 11 agosto 2011

L'Italia che censura la stampa anche nel 2011.

Lo ammetto, la mia per la Scandinavia è una vera e propria ossessione.
C'è poco da dire: sono avanti. Hanno rispetto per la natura e per gli esseri viventi. E hanno una mentalità aperta, il che non sta a significare che siano degli hippie sbandati, ma che semplicemente sanno applicare delle idee che in tante altre nazioni, sarebbero un'utopia.
Pensando all Svezia mi viene in mente che l'arcivescovo di Stoccolma è una donna, una madre ed è pure lesbica. In Italia sarebbe possibile? Immagino di sì, ma la realtà mi dice di no.
Sanno far girare la loro economia, infatti sono tra i paesi più ricchi d'europa e nel mondo.
Forse per via delle loro condizioni climatiche, i paesi Scandinavi non sono densamente popolati, e per questo è più semplice dirigerli politicamente.
Ovvio che anche loro abbian dei difetti: per chi è abituato al sole del Mediterraneo fa freddo e i prezzi sono elevati, però sono adeguati ai loro standard di vita.
Questa mia piccola introduzione vuole dare un quadro generale di cosa c'è al di fuori di una nazione che non sta cadendo a rotoli, ma che cerca di nasconderci qualcosa.
Chissà il perché, ma in Italia, dal 2009 ad oggi, non si hanno avuto notizie dell'Islanda.
Si potrebbe pensare: "E chissene frega, stanno su di un'isola isolati (scusate il gioco di parole), in mezzo ai loro vulcani-sputa-ceneri, in mezzo ai loro geyser, alle loro vacche...".
E invece no, dovremmo interessarci di più di cosa c'è oltre i nostri confini, perché da certi fatti potremmo prendere spunto per migliorare, invece di risualtare noi quelli isolati.


Verso la fine dell'estate del 2008, la più importante banca islandese viene nazionalizzata. Come conseguenza la corona islandese crolla, la Borsa è costretta a sospendere tutte le attività e a dichiarare l'Islanda in bancarotta.
Tra il gennaio del 2009 e il 2010, i cittadini non stanno fermi a guardare il declino, bensì si riversano in piazza davanti al Parlamento a protestare ben due volte:


-con la prima protesta riescono a far dimettere il Primo Ministro e il Governo (l'Alleanza Social Democratica), costringendo così il paese alle elezioni anticipate, le quali, nonostante tutto non risollevano la già minata economia del paese: il Parlamento infatti propone una legge che prevede il risanamento del debito nei confronti di Gran Bretagna e Olanda, attraverso il pagamento di 3,5 MILIARDI di Euro che avrebbe gravato su ogni famiglia islandese, mensilmente, per la durata di 15 anni e con un tasso di interesse del 5,5%.


-la seconda protesta in piazza è la diretta conseguenza alla proposta di legge appena scritta: i cittadini vogliono un Referendum.


Così, nel febbraio 2011, il Presidente annuncia il Referendum consultivo popolare, e  marzo fino al 93% dei cittadini vota NO.
Mentre il Governo fa scattare un'inchiesta per determinare le responsabilità giuridiche e penali della crisi, viene indetta un'Assemblea, i quali 25 (su 522 presentatisi alle votazioni) membri vengono eletti direttamente dal popolo: devon esser liberi da qualsiasi tessera politica, aver compiuto la maggiore età ed avere la firma di almeno trenta sostenitori.
L'Assemblea ha il compito di riscrivere la Nuova Costituzione, che incorpori le direttive che facciano in modo di non ripetere lo sbaglio già compiuto negli ultimi anni, e che si differenzi da quello precedente basato sul modello danese.


In tutto il Paese vi saranno delle assemblee popolari che detteranno in modo consensuale le linee guida per scrivere la nuova Magna Carta (il progetto è stato chiamato così), la quale dovrà essere approvata dal Parlamento in seguito alle prossime elezioni legislative.


Ora, perché non ci sono arrivate queste notizie? Perché non un solo quotidiano si è preso la briga di raccontarci questa storia, che ai miei occhi è sembrata tanto a lieto fine quanto le fiabe che mi venivan raccontate da bambina? 
E pensare che io credevo che la censura della stampa fosse finita col fascismo, nel 1944.


Il Nostro Paese ci sta intimando di prendere una posizione: destra o sinistra, senza badare a ciò che realmente siamo noi come cittadini, a cosa pensiamo sia giusto, a cosa vorremmo.
Non è un'utopia, si può fare la rivoluzione in modo del tutto pacifico, semplicemente parlando.


"L'essere umano si differenzia dall'animale grazie alla sua capacità di parlare".




Nessun commento: