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I'm experiencing my first time alone and abroad, being an au-pair in Finland. I write about my finnish life, cultural differences and sometimes about my idea of style.

lunedì 17 settembre 2012

Mal di Mare... Baltico // TALLINN




Tornata a casa dalla mia vacanza, tempo pochi giorni e mi son ritrovata a corto di soldi, perciò mi son catapultata a fare la barista ai piedi delle Valle d'Aosta, impedendomi di scrivere un post sulla mia vacanza.



Nell'ultimo post, ho scritto che non avrei saputo cosa mettere in valigia, e il consiglio più grande è stato quello di portarmi dell'Autan, contro le zanzare!
Ryanair me lo avrebbe fatto buttare, penso. E non mi è servito, per fortuna.

Comunque son stata troppo ottimista, e tante magliette o canottiere non le ho potute mettere: il picco massimo l'abbiamo raggiunto a Helsinki, in uno dei suoi RARI giorni di sole (nonostante il meteo ci avesse segnalato temporale), con 25 gradi. 

Il minimo a Tallinn, con 7-8 gradi, la mattina del ritorno.

Quindi: felpa, blazer e jeans sono stati utilissimi! Ho comprato anche un maglioncino (ciò che ho preso lo posterò in seguito!) da Lindex, questa catena in franchising low cost, tipo H&M, che in Italia non abbiamo.

Ad ogni modo: entrambe le città fantastiche. 
Diverse, anche se a dividerle c'è solo -si fa per dire- il mare (con una traversata di due ore).


Tallinn è magnifica: appena approdati in terra estone, abbiam subito notato una città con una periferia in cui il tempo sembra essersi fermato.
Case in legno, alcune con le finestre sprangate e il tetto crollato, altre, sempre in legno, ma colorato, quasi per dargli un'aria più "dignitosa".
Quelle zone un pò trascurate, un pò "da ghetto", in realtà erano poesia, ed essenza di un paese che, pur non essendo sempre stato ricco, è diventato ancora più povero per ottenere l'indipendenza dall'URRS, tra gli anni '80 e '90 del secolo scorso.

Aneddoto superficiale: l'arrivo in aeroporto ha portato me e Gege direttamente a guardare il prezzo delle sigarette (come facciamo sempre andando all'estero), il quale pacchetto da venti costa solo 2 euro e cinquanta (Marlboro a 3 euro).
Ci guardiamo, scoppiamo a ridere e ci abbracciamo, il tutto davanti alla commessa, che ci sorride e chiede quanti pacchetti ne vogliamo.
Io fumo tabacco da un anno proprio per risparmiare soldi e anche un pò di salute (sono molto spesso pigra, e non ho molta voglia di far su, quindi fumo molto meno), ma in Estonia ho fatto un minimo di scorta.


Prezzo delle stecche di sigarette.

Appena si arriva in centro si nota la modernità dei palazzi, dei nuovi centri commerciali, perfettamente in stile europeo contemporaneo.
E poi il centro storico, medievale, dal tipico stampo nordico.
Il porto collega facilmente la capitale dell'Estonia a città scandinave come Helsinki e Stoccolma, ma anche San Pietroburgo. 



I prezzi per un turista squattrinato come me, sono supermegaultra-accessibili: colazione composta da ciambella+succo per UN EURO.
Super-pranzo in ristorante con cucina tipica estone, centro città antica, a base di tagliere con formaggi locali e confettura di mirtilli (tipico al nord), senape piccantissima e salsa tipo ketchup (con tanto di assaggio iniziale a base di pane con pezzetti di salmone affumicato e burro), e mega vassoio -per due- con salsicce tipiche, crauti e cipolle (di tipica influenza tedesca), più una mezza naturale e una media rossa, alla modica cifra di meno di venti euro a testa.
Cena ad un sushi bar, per meno di dieci euro. Anche fare compere al supermarket è economico. I reparti più forniti rimangono quelli degli alcolici, a prezzi stracciati (i racconti sui rapporti dei nordeuropei con l'alcool ve li risparmio... Vi dico solo che fanno colazione con la birra, e a merenda bevono vodkalemon in lattina).

E poi io viaggio perché mi piace scoprire come vivono all'estero, e immedesimarmi.
Pertanto cerco di osservare come si vestono, come portano i capelli e quale trucco usano, la musica che ascoltano e altre stronzate simili.

Noto che la stragrande maggioranza delle ragazze estoni ha fisici perfetti, visi bellissimi e un gusto per quanto riguarda la moda che è rimasto un pò indietro negli anni.
Non essendo ricchi, immagino non diano troppo peso alla moda, ma in alcuni casi ho notato che l'attuale tendenza di vestire con gli shorts, collant bucherellati apposta e Creepers, si è impossessata anche dell'Estonia.

Centro di Tallinn
 








Tagliere di formaggi 
Vassoio di salsicce tipiche (quelle nere mi inquietavano!)



Le case del "ghetto" di cui mi sono innamorata



E io che credevo di vedere tutte ragazze vestite come Kerti P., una delle mie blogger preferite, cittadina di Tartu, seconda città più importante e densamente popolata dell'Estonia.

La sera del 25 agosto Lady Gaga avrebbe suonato in un parco di Tallinn, e il prezzo del biglietto era 50 euro, cosa che in Italia sarebbe stata impossibile. Detto ciò, non avrei avuto la minima intenzione di spenderli per sentirla, però ho riflettuto a lungo, dicendomi "Chissà quanta gente ci sarà andata, per così poco??".

Beh, data la comodità di poter raggiungere Helsinki, s'era deciso di prendere il traghetto. Il prezzo del biglietto variava a seconda dell'orario di partenza.
La partenza l'avevamo fissata per le 7 del mattino di domenica 26 agosto, di modo che avremmo speso solo 20 euro per andare (e 30 per tornare).
Il problema era il check-in: da fare 20 minuti prima dell'apertura del gate.
Insomma, per arrivare al Terminal D e riuscire a prendere il traghetto, avremmo dovuto svegliarci alle 4,30 per esser pronti alle 5,30.
Questi calcoli sull'orario son stati fatti all'1,30 del mattino del 26, e calcolando la distanza dall'ostello al Terminal D, non ce l'avremmo mai fatta ad arrivare. 
L'unica soluzione era prenotare un taxi.
Gege non aveva mai chiamato un taxi nemmeno in Italia, e s'è ritrovato all'una di notte a chiamarlo in Estonia e a prenotarlo in inglese, sperando di essersi espresso in modo adeguato, altrimenti avremmo fallito.

Dopo pochissime ore di sonno ci siamo svegliati e preparati per salire sul taxi, che è arrivato puntualissimo davanti davanti all'ostello, pronto a caricarci alla volta del porto.
Così abbiamo avuto modo di fare un po' di conversazione, per saperne di più.
Abbiamo scoperto che Tallinn è tutt'ora una città piuttosto povera; persino il concerto di Lady Gaga per 50 euro era una spesa inaccessibile per la classe media, e che l'estone medio non si può permettere la traversata verso Helsinki, se non dopo mesi di risparmio.
Quella mattina c'era la nebbia sulla strada, e ci ha detto che lì non è un fenomeno frequente. Abbiam risposto che da dove veniamo noi, tutto l'autunno e l'inverno è nebbioso, ed è causa di tanti incidenti.
In meno di dieci minuti eravamo arrivati al porto, abbiam pagato e ringraziato di cuore il simpatico taxista, che ci ha chiesto appena dieci euro per la corsa di dieci chilometri.

E così prendiamo i biglietti, nell'attesa avvistiamo due poltrone vibro-massaggianti e ci catapultiamo su di esse.
Poi saliamo sulla Tallink Superstar, il traghetto che in due ore ci porterà a Helsinki, e finalmente ci rilassiamo, facendo colazione seduti al tavolino che da sulla prua della nave.
Gege si offre di andare a prendere la colazione, e torna al tavolo leggermente stordito dalla colazione tipo di alcuni passeggeri: birra + birra + birra, alle sette del mattino.


Poi un giro al supermarket, dove la sua metà è occupata totalmente da alcolici e superalcolici, e i cartelloni pubblicitari hanno tutti la scritta: COMPRA 5 CASSE DI BIRRA (24 birre per cassa) PER 20 EURO! 
E la maggior parte dei passeggeri era lì SOLO per fare spese in grande, sia di alcolici che di sigarette.
La mia intuizione è stata che: essendo la Finlandia un paese molto caro, i suoi abitanti preferiscono fare colletta e pagare il traghetto ad un tizio designato, arrivare in Estonia dove tutto costa meno, e fare scorte in grande di bere e sigarette.




Uggiosa Tallinn


Due pennuti a confronto









Alla partenza, allontanandoci dal porto di Tallinn, vediamo la città avvolta nell nebbia, un po' uggiosa, e arriviamo a largo, dove il sole risplende e scalda, alla volta della Finlandia.

Oltre al vetro della Tallink Superstar, Helsinki.


sabato 18 agosto 2012

Sul Mar Baltico // Cosa mettere in valigia?



Nei post precedenti ho già specificato quanto mi piaccia viaggiare.
Purtroppo però, per motivi di lavoro e di mancanza di fondi, son stata costretta a stare in Italia, bloccata nella solita routine noiosa.

Beh, ora che un lavoro non ce l'ho più (non voglio fare la vittimina, ma sono tristemente sfortunata in campo lavorativo), diciamo che posso permettermi un viaggetto low cost, di cinque giorni.

Quando m'è stato chiesto (e ultimamente è la domanda più gettonata) -Dove vai di bello in vacanza?-, ed io ho risposto entusiasta: -A Tallinn!-, la maggior parte mi ha detto : -E dov'è?!-, oppure -Tu hai sempre delle mete strane. Vacanze normali, no, eh?-.

No, a me non piacciono le vacanze di relax nei villaggi, tantomeno la movida notturna.
Diciamocelo: Marsa Alam ha scartavetrato gli attributi, Mykonos è OLD, Ibiza è per gente che non soffre di misantropia, e la riviera romagnola costa troppo per ciò che è in realtà.

A me il mare piace (specialmente quando piove), però sono E S I G E N T E  . 
Ho passato tre settimane l'anno, per otto anni della mia vita, in Sardegna, a La Maddalena. Sono legatissima ai ricordi che ho di quegli anni, e non mi piace pensare di poter tradire le mie spiagge di Caprera, con altre sparse per il mondo. Pertanto, almeno per il momento, non penso di voler fare una vacanza normale.

Così parto per Tallin. 
E' la capitale dell'Estonia, e il prezzo per questo viaggio è davvero basso (come tutto ciò che mi posso permettere).
Partiremo, da Bergamo -URGHHH!- venerdì 24, prima di pranzo, e arriveremo a Tallin nel primo pomeriggio.

Le previsioni danno, per tutti e cinque i giorni, un tempo incerto, e anche svariati acquazzoni, proprio in data 26 agosto, giorno in cui ci sposteremo, in traghetto, a Helsinki. 
Le temperature saranno intorno ai 12/15 gradi.

Volando con Ryanair, so bene che non potrò portare oltre 10,9 kg di bagaglio a mano.
Quindi mi sorge il dubbio: COSA METTERE IN VALIGIA?

Abbigliamento semplice: 

  1. Felpa oversize
  2. Jeans comodi
  3. Leggings
  4. T-shirt bianca
  5. T-shirt nera
  6. T-shirt con stampa
  7. Camicia di jeans
  8. Maglioncino #1
  9. Maglioncino #2
  10. Converse All Star
  11. Scarpa col tacco
  12. Minigonna nera
  13. Trousse trucchi (che consiste in: un fondotinta, un blush, un mascara, un eyeliner, un piega-ciglia) + shampoo e bagnoschiuma, medicine generiche.
  14. Asciugamano da viaggio
  15. Piastra
  16. Accessori vari
  17. Clutch
  18. Borsa capiente
  19. Occhiali da sole
Vorrei portare altre cose, ma so che la mia mania di spendere mi porterà ad accumulare altro peso nel trolley, quindi, per evitare i casini successi a Stoccolma due anni fa, penso che partirò leggera.

Ah! Dimenticavo:

  20. Laptop, fotocamera e iPod.

                                    

Comunque qualsiasi consiglio sul "Cosa mettere in valigia", sarà ben accetto!

Foto prese da Google immagini e Flickr

venerdì 17 agosto 2012

Studded Slip-on.

Torno a scrivere dopo mesi d'assenza!
Per scusarmi della mia negligenza vi regalo un post dedicato alle scarpe borchiate.
Sì, perché qualsiasi fescion blogger ora ce le sta propinando, e anch'io ci son rimasta sotto!
Più di una volta ho ribadito il fatto che non ho soldi da spendere in scarpe da cento euro, quindi, anche stavolta, ho optato per una soluzione molto più economica.

Al posto dei soliti mocassini o pantofoline borchiate, ho scelto delle Slip-on.
Le ho trovate al supermercato (che pezzente, ditemelo!) a 8 euro e le ho comprate un pò per caso, senza realmente sapere se le avrei indossate o meno. 

Alla fine mi sono munita di un punzello (che avevo in casa; grazie mamma che sei una maga del DoItYourself), delle mie scarpe e delle borchie (io porto il 36 come misura di scarpe, e ne ho ordinate 200, su questo sito). 

Questi sono i passaggi documentati, uno per uno.
La qualità fotografica purtroppo è bassa!







Ah! Il risultato è sorprendentemente fantastico, però vi consiglio di non indossarle MAI per andare ad un concerto o nei locali dove si finisce col pogare: io c'ho quasi rimesso l'alluce!



mercoledì 29 febbraio 2012

NEW IN::LIPSTICK & NAIL PATCH

Capita, un giorno dalla parrucchiera, che mi venga posta la domanda "Ma lo metti mai il rossetto?". Io rispondo che, no, non lo metto, anche se mi piacerebbe, ma che penso di avere le labbra troppo sottili. E invece, mi viene ribattuto che è proprio con le mie labbra che dovrei utilizzarlo, perché non risulterei volgare, pur indossando quei colori potenti che non tutte possono azzardare.


E' così che hanno creato un mostro: ovunque io vada ho il rossetto (ovviamente abbinato) con me, e  se c'è un negozio di cosmetici e trucchi, io DEVO cercare sempre nuovi rossetti.


Mi piace l'effetto finale che faccio!

Prediligo quelli non perlati o troppo lucidi. 


Ieri per esempio ero a Torino, e prima di prendere il treno mi sono fermata a cercare le Nail Patch di cui vi ho parlato in precedenza, da SEPHORA, e ne sono uscita con due tipi differenti di Nail Patch (quelle a fiori, chiamate Cherry Blossom, non le ho trovate, SIGH!), della cipria nuova e un rossetto: Sephora Rouge, chiamato Mr. Lover. Ha una colorazione che da sul fucsia, davvero stupenda. E sono rimasta stupita dal fatto che mi stesse bene, pur non essendo rosso.






lunedì 20 febbraio 2012

Le Cose che Non Ti Dico + Day 6: una canzone che ti ricorda un Posto.

Le cose che non ti dico: quante volte ci è capitato di sentire quell'impulsività che ci ha portati inevitabilmente a fare delle cazzate?!
Io l'ho fatto innumerevoli volte, rovinando rapporti, perdendo persone alle quali tenevo.


Altre volte mi è capitato di dire ad alcune amiche di NON farsi vive coi rispettivi amati o [ex-amati], o anche altre storie di faide tra amici [...] e se proprio sentivano il bisogno impulsivo di mandar loro un sms, una mail su Facebook o qualsiasi altra cosa, di mandare a me il tutto, per evitare di fare disastri.


Si vede che non son l'unica che l'ha pensata in questo modo, e quindi è stato creato questo blog, al quale puoi mandare le lettere, i pensieri, le mail compulsive, ecc., restando anonimo ma con un peso in meno sul cuore.


Sento di dover diffondere il verbo, perché è un'idea che nella sua semplicità funziona, e che potrebbe esser commentata, di modo da poter avere dei consigli in più.




E passo così al mio Day 6: Una canzone che ti ricorda un posto.


Stoccolma 2010, 15 giugno.
Secondo giorno, mi sveglio nel letto e mi rendo conto che sono da sola. Nella testa mi frulla solo la canzone dello spot della Motta: una rapida ricerca e scopro i Two Door Cinema Club (gruppo indie/hipster, che mi prende da morire ascoltare).
E' diventata da subito la colonna sonora del mio viaggio.
Ero da sola a 2500 chilometri da casa. Io. Proprio io, la ragazzina mammona, che piangeva sempre quando veniva lasciata da sola, che avevo timore di parlare con gli sconosciuti, e che figurati parlare in inglese (perché lo svedese non l'ho mai studiato) con gente che mai ho visto.


E' stato un viaggio fatto per provare a me stessa quanta forza di volontà io abbia, e quante cose da sola posso fare.

Campo svedese, che mi ricorda terribilmente "The Only Moment We Were Alone".







"La sindrome di Stoccolma è una condizione psicologica nella quale una persona vittima di un sequestro può manifestare sentimenti positivi (in alcuni casi anche fino all'innamoramento) nei confronti del proprio rapitore." [cit. Wikipedia]

Ho voluto sequestrare la mia mente dalla confusione, e l'ho fatta rapire da un viaggio a Stoccolma.
Da sola in un paese sconosciuto. 
Il tuo umore non può essere influenzato se non si hanno contatti.
Ora manifesto un senso d'innamoramento per la città che m'ha rapita.
Non c'è confusione quando si ha ciò a cui si tiene di più. 

[Nota scritta il 24 giugno 2010]