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I'm experiencing my first time alone and abroad, being an au-pair in Finland. I write about my finnish life, cultural differences and sometimes about my idea of style.

venerdì 28 ottobre 2011

Il perché dei miei capelli. -Pt.2



Circa due anni fa avevo un'ossessione: avere i capelli viola.

Per due anni e mezzo non avevo fatto follie ai miei capelli, perché volevo a tutti i costi piacere a quello che era in quel periodo il mio moroso, e lui ci teneva che io fossi carina e presentabile, sempre.
Avevo optato per un taglio semplice, lungo, con meches bionde, che mi conferiva un look molto da Avril Lavigne (BLEAH!).
La fiducia in me stessa è sempre scarseggiata, e particolarmente in quegli anni mi sentivo un cesso. Esser sempre alla moda e curata era l'unico modo per vedermi e sentirmi apprezzata.

Avevo abbandonato l'idea di colorarmi i capelli anche per un fatto di serietà scolastica. Ero una studentessa sempre preparata e non potevo risultare sciatta.

Così lasciai perdere il mio stile da "punk adolscente".

Finita la maturità finì anche la storia con la persona che mi aveva sempre voluta presentabile, e così decisi di riappropriarmi di ciò che era stata la mia vita fino a due anni e mezzo prima.


Cambiai compagnia, frequentando gli ambienti degli skater, e così riaffiorarono i miei modelli punk adolescenziali (ho sempre avuto una fissazione assurda per il look di Roberta dei Verdena, e i suoi capelli rosa) e così conobbi un ragazzo (Marky, normalmente conosciuto come Onz, col quale diventai super amica) che mi convinse a farmi i capelli viola.

Decisissima a tingermeli, comprai la tinta viola a Milano (nel negozio di C.so Porta Ticinese chiamato Crabby Kid) e le componenti per la decolorazione in un negozio di Casale.

Il pomeriggio lo passai a casa di Onz a decolarmi la testa... Finito il tempo di posa e risciaquati i capelli, rimasi S C O N V O L T A.

Mi guardavo allo specchio e volevo solo piangere. Penso di essermi odiata da morire per essermi permessa di trattare così i miei capelli.


Onz e Ariel (skater bravissimo di Casale) cercavano di tranquillizzarmi dicendomi che una volta viola mi sarei piaciuta di più.






Ahimè, la tinta viola non sarebbe bastata per tutti i capelli, così la tinta fu applicata solo ai capelli alla base della nuca.


Venne il momento di asciugarli, e, forse perché convinta dai miei amici, forse perché mi stavo abituando a vedermi super platino, iniziai a piacermi.


Ariel s'improvvisò parrucchiere, e mi fece una piega strepitosa (un pò da scene queen, con frangia piastrata e capelli gonfi sul retro).
Marco, una volta finito il tutto mi disse: -Sei una figa da paura! Ti porto a cena al giapponese-.


Più mi guardavo, più mi piacevo. Il biondo platino mi dava fiducia in me stessa.


Passarono due settimane prima di passare al viola, e lì mi ero studiata un look particolare: frangia biondo platino e il resto della chioma viola.








Circa due giorni dopo la tinta viola, io e Marco saremmo partiti per Londra.


                                                                                                                 


[Ieri una mia carissima amica, nonché mia ex-compagna di liceo, Stefania è venuta a trovarmi, e così abbiam voluto inaugurare la sua nuova reflex.]












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